di Chiara Marino
Parole come DSA, BES, ADHD sono ormai entrati nel nostro vocabolario quotidiano. Ci si confronta, prima o poi, con queste sigle se si entra nel mondo della scuola, vuoi da genitore, da alunno o da insegnanti.
Ma cosa significa, letteralmente, DSA e a cosa fa riferimento? Vediamo di capirci un po’ di più. Letteralmente la sigla sta per “Disturbo specifico dell’apprendimento” e rientra in quella modalità nomenclativa che vuole definire una serie di inadeguatezze che un alunno può vivere nel mondo della scolarizzazione e di ciò che ci si aspetta da lui. Ad esempio, ci si aspetta che impari a leggere, a scrivere e a far di conto ma… non lo fa! Che succede? Probabilmente, ci troviamo davanti a bambini che mostrano difficoltà che vanno ben oltre la scarsa volontà, la disattenzione o la noia. E’ importante distinguerlo. Sono bambini che presentano difficoltà nell’ascolto, nell’espressione orale, nella lettura, nell’apprendimento di concetti nuovi, nel ragionamento o nel calcolo matematico. Bambini che faticano a riconoscere le lettere, a mettere insieme sillabe per comporre parole, a calcolare somme o a fare sottrazioni. Bambini che faticano ad imparare poesie o filastrocche, che scrivono male o non riescono a stare attenti per più di pochi minuti. Eppure sono bimbi che hanno una intelligenza nella norma. A volte più alta. Sebbene si possa pensare che rivelino disagi o ritardi mentali, in realtà molti bimbi etichettati come DSA sono intelligenti tanto quanto gli altri. A volte di più. Eppure, la lettura non riescono a farla, le tabelline non entrano in testa o ciò che scrivono risulta illeggibile. Pare ci sia un divario evidente tra ciò che pensano e ciò che fanno: alcune cose – che la scuola richiederebbe in tempi ben definiti – proprio non arrivano e non si riesce a raggiungere la media dei risultati ottenuti dai compagni sebbene pare non si manchi in niente.
Ecco che la scienza costruisce un “luogo” a parte per questi bimbi che presentano un target intellettivo adeguato ma non possiedono – o faticano ad acquisirle – alcune abilità. Questo luogo è il Disturbo Specifico dell’Apprendimento. È specifico. Perché si manca in una cosa specifica e non in altre. Si inquadra nel setting dell’apprendimento in quanto risiede nella incapacità del bimbo di accedere a certe competenze in un tempo preciso dell’attività di insegnamento predisposto dall’istituzione scuola. Pare che il divario tra mete didattiche e competenze dell’alunno si stia ampliando sempre di più negli ultimi decenni. Ci si interroga sul perché. Ci si interroga sul perché molti bimbi risentano di richieste scolastiche sempre più “ardue” da raggiungere, sul perché le certificazioni di DSA aumentino sempre di più. Si parla di dislessia, di disgrafia, di discalculia con una facilità che si accredita sempre più. Varrà la pena interrogarsi? La scuola sta cambiando come stanno cambiando i bambini, le famiglie, la società. E il bandolo della matassa? Cosa sta chiedendo questo nostro tempo e cosa necessitano i nostri bambini? Questioni aperte. Con tutta l’intenzione di penetrarle e comprenderle un po’ di più.
„Molti bimbi etichettati come DSA sono intelligenti tanto quanto gli altri”.