di Salvo La Delfa
“Dell’Amicizia”, serate per Nino Portoghese. 15 cravatte e 9 foto per ricordare l’uomo di cultura siracusano. Intervista ad Annibale Vanetti
Si sono concluse le due serate (una ad Ispica e l’altra a Siracusa) per ricordare la figura del preside e intellettuale Nino Portoghese, a due anni dalla sua improvvisa scomparsa. La prima si è svolta ad Ispica, città natale, il 7 luglio, la seconda il 9 luglio a Siracusa nell’auditorium dell’istituto “L. Einaudi” dove è stato per alcuni anni preside.
Le serate, organizzate dall'Associazione "L'Arco e la Fonte", dalla "Compagnia dell'Eremo", dall'IIS "L. Einaudi" di Siracusa e dal Comune di Ispica, hanno visto la partecipazione degli allievi dell'Accademia del Dramma Antico (ADDA) e alcuni attori della Piccola Accademia Teatro Giovani.
“Dell’Amicizia”, curato da Antonio Zanoletti, è stato un “Convivio”, colto, godibile, semplice ma toccante, in cui si sono integrati momenti di teatro, danza, poesia e canto sul tema dell’Amicizia.
Abbiamo sentito Annibale Vanetti, artista, ideatore di mostre, attuale presidente dell’Associazione "L'Arco e la Fonte” e compagno per tanti anni di Nino Portoghese.
Annibale, Come sono state queste due giornate dedicate al preside Portoghese?
“Sono molto soddisfatto, era quello che desideravo fin dall’inizio discutendo di questo progetto con Antonio Zanoletti. Abbiamo voluto eliminare completamente ogni aura di celebrazione, dicendo purtroppo no ai tanti amici che a diverso titolo volevano dire le classiche due parole. Noi abbiamo voluto uno spettacolo centrato sul tema dell’Amicizia, che è ciò che è rimasto in chi l’ha incontrato durante la sua vita. Il fatto che mancassero le istituzioni, i rappresentanti di tante associazioni è stato voluto da noi perché c’erano e dovevano esserci solo gli amici”.
Come è nato questo progetto?
“E’ nato un anno fa discutendo con Antonio. Avevamo concordato di realizzarlo non appena lui avesse avuto la possibilità di venire a Siracusa, occasione data da Sebastiano Aglianò che l’ha invitato per concludere l’anno dell’Accademia con lo spettacolo finale. Così ha avuto modo di preparare i ragazzi su un copione che Antonio Zanoletti ha scritto in tre giorni recuperando tutti i testi, creano i ritmi giusti, facendo le scelte giuste dalle fonti da cui ha attinto. Ha selezionato dei brani che ha sapientemente cucito con i ritmi e con la forza giusta. Lo spettacolo inizia con un ricordo molto forte e potente, continua con citazioni dell’amicizia attraverso i secoli. Ha diviso in brani, in pacchetti, li ha costruiti con i ragazzi dal punto di vista della sceneggiatura secondo il modello del “convivio”. Alla fine conclude con una poesia di Cesare Pavese con la quale getta luce profonda sul buio della nostra esistenza, e l’impossibilità ad uscirne se non attraverso il recupero di una spiritualità”.
Durante lo spettacolo erano evidenti le 15 cravatte indossate dagli attori e le foto di Nino Portoghese proiettate sul muro.
“Le cravatte erano di Nino. Antonio ha visto le cravatte a casa mia e se ne è innamorato. Le ha volute utilizzare come elemento scenico. Per me è stata una offerta sacrificale consegnare le cravatte ad Antonio; però alla fine è prevalso il piacere che ci fossero in scena come elemento tangibile di presenza, un elemento e simbolo importante. Nino era presente anche attraverso le 9 foto, scelte sempre da Antonio dalla mia infinita galleria”.
L’anno scorso il ricordo del Preside con l’installazione di Jano Secura nel cortile dell’Einaudi, quest’anno spettacolo. Quali sono le tue emozioni?
“Io sono cresciuto con Nino, 45 anni di vita insieme. Per me ha rappresentato il faro, la guida della mia vita. Mi manca tantissimo e l’unico modo per farlo rivivere è questo. Nino mostrava una apparente remissibilità che era tale perché aveva anche le sue durezze che rappresentavano i principi che lui viveva e incarnava dentro di sé: principi di onestà, di verità, di rapporti sinceri. Valori che ha sempre messo in pratica sia nella vita privata sia nella vita sociale”.
Prossima iniziativa?
“Ogni anno organizzare un momento dedicato a lui. Ogni amico ci mette qualcosa per creare un appuntamento annuale e per raccogliere dei fondi per i ragazzi. Lui era nato insegnante aveva questa vocazione. L’idea è raccogliere i soldi per una borsa di studio nell’ambito della scuola e del teatro”.
Nino Portoghese è stato consigliere Cda Fondazione Inda, docente di Storia del Teatro presso l’Accademia d’Arte del Dramma Antico, preside dell’Istituto Archia e del Liceo scientifico “Einaudi” di Siracusa, presidente e fondatore dell’associazione culturale “L’Arco e La Fonte”, presidente del Rotary Club Monti Climiti di Siracusa ed ideatore della rassegna teatrale Tragoedia.
Hanno collaborato all’iniziativa gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico di Siracusa : Andrea Di Falco, Manfredi Gimigliano, Giorgia Greco, Federica Guerrieri, Irene Jona, Davide Raffaello Lauro, Valentina Lo Manto, Gabriele Manfredi, Nicola Morucci, Federico Mosca, Andrea Palermo, Daniel Pistoni, Gabriele Rametta, Daniela Quaranta, Alba Sofia Vella, Salvatore Ventura; gli attori della Piccola Accademia Teatro Giovani guidati da Sebastiano Rabbito: Salvo Canto, Nellina Montalto e Peppe D'Agata.
Lo spettacolo ha visto il contributo di Sebastiano Aglianò, Salvo Calleri, Teresella Celesti, Andrea Corvo, Dario La Ferla, Maria La Pira, Sebastiano Rabbito, Carmelo Randazzo, Auretta Sterrantino, Salvino Strano, Rosa Tomarchio, Annibale Vanetti. Coreografie di Dario La Ferla, riprese di Carmelo Randazzo con la supervisione di Maria La Pira, al piano Salvino Strano
[Foto Rosa Tomarchio e Anna Nardone]