di Francesca Garofalo

Apertura della sede storica del Liceo classico Tommaso Gargallo in Ortigia. Granata: "Una manifestazione significativa e di rinascita per un luogo con una storia tristissima, oggetto di un attacco distruttivo da parte di meccanismi di ingordigia"

 

Una fila di scooter parcheggiati, al suono della campanella c’è chi corre per il ritardo, chi attende sull’uscio dell’aula l’arrivo del professore e poi ancora le voci delle proteste volte a far valere i diritti degli studenti imprigionate nelle decadenti e maestose pareti. Questo, ciò che a distanza di anni si può quasi percepire varcando la soglia dell’androne del Liceo Classico Tommaso Gargallo nella sua sede storica in Via Gargallo, dove si è  tenuta questa mattina l’apertura al pubblico del piano terra dopo anni di abbandono. A presiedere alla cerimonia di riconsegna alla città del ginnasio il sindaco Francesco Italia, l’assessore Fabio Granata, l’architetto Alessandra Ministeri e la dirigente scolastica del Liceo musicale Gargallo in via Luigi Monti “che guarda al passato con rispetto” Maria Grazia Ficara. A riempire le vecchie aule dell’edificio, illuminate dalla tenue luce delle finestre, le foto di Franca Centaro, fotografa di scena per gli spettacoli classici dell’Inda. A far da sottofondo, invece, alla commozione e alla gioia degli ex Gargallini, intenti a fare le loro foto di rito davanti allo stemma un tempo posto sopra il portone, l’esibizione di un quartetto musicale formato dagli studenti del Liceo e una parentesi teatrale a cura dell’attore Attilio Ierna. Un’occasione, ma anche il primo step per riportare integralmente agli antichi splendori il ginnasio “Oggi” dice il sindaco Italia “iniziamo a restituire un pezzo di un luogo straordinario per noi e la nostra città. Un piccolo passo che testimonia come questa amministrazione abbia già iniziato un percorso che intende portare a compimento, con l’aiuto anche dei cittadini e delle altre istituzioni”. Una storia difficile e travagliata quella dell’edificio, che l’assessore Granata ha messo in evidenza: “La parte riaperta è quella che definisco nobile, sopra c’è  quella del ‘700 e all’ultimo piano quella del ‘900. Questa è  una manifestazione significativa e di rinascita per un luogo con una storia tristissima: oggetto di un attacco distruttivo da parte di meccanismi di ingordigia. Nel 2004 la chiusura per mettere a norma la sicurezza dell’impianto elettrico, dopo qualche anno il luogo è  stato devastato e decidemmo di fare un esposto ai carabinieri. Successivamente” conclude “il cantiere è  stato sequestrato e la proprietà è  stata rivendicata dal sindaco Italia, non per riportarvi gli studenti, ma per essere conosciuto come luogo di studi relativo alla tradizione classica”. Dopo 4 anni dal lontano 2015, anno in cui la delegazione Fai di Siracusa ha riaperto per le giornate di primavera la struttura, ormai senza speranza, diviene tangibile il desiderio di un luogo da restituire nella sua interezza ai cittadini, ma soprattutto a quegli stessi Gargallini che, felici di rivedersi, sono tornati per un’ora e mezza studenti.