di Salvo La Delfa

Parte l’Ortigia Film Festival. Lisa Romano, emozionata: “Quest’anno la realizzazione del Festival è stato possibile grazie al duro lavoro di tutti”. “Maternal” di Maura Del Pero e  “Because of my body” di Francesco Cannavà aprono la kermesse

 

E’ una emozionata Lisa Romano ad aprire la dodicesima edizione dell’Ortigia Film Festival nella splendida cornice dell’arena Logoteta in Ortigia. Insieme alla madrina Barbara Tabita, a Paola Poli, a Steve Della Casa e ad Alberto Gimignani, la direttrice artistica Lisa Romano ha ringraziato il pubblico presente e tutti quelli che hanno permesso la realizzazione del Festival. “Pensavo che quest’anno passasse, ma la realizzazione del Festival è stato possibile grazie a tutte le persone che hanno lavorato e lavorano senza mai mollare. Sarà una edizione particolare, audace, ma se ognuno di noi fa la sua parte arriveremo fino alla fine”. Avvalora le parole di Lisa Romano anche Paola Poli, anche lei direttrice artistica del festival che sottolinea che “E’ stato durissimo, è stato un anno difficile e complicato”. Interviene per il comune di Siracusa l’assessore alla cultura Fabio Granata che ringrazia il gruppo di OFF12 per avere assicurato anche quest’anno la continuità, “è un caso di resilienza, di resistenza alle avversità. Questo festival è la seconda manifestazione culturale della città dopo il festival del Teatro Greco dell’Inda e come questo l’Ortigia Film Festival sì svolge con continuità nella città.

E’ l’attrice Lidiya Liberman, protagonista nel ruolo di Suor Paola del primo film dei lungometraggi in concorso “Maternal”, opera prima di Maura Del Pero, che interviene prima e dopo la proiezione del film. Maternal, ambientato a Buenos Aires in un centro religioso per ragazze madri, è un film che vede protagoniste tre donne tra loro diverse in un complesso quanto delicato confronto sulla maternità. Il film con un cast interamente femminile (se si esclude le sole presenze di un bambino e la veloce apparizione di un giovane a fine film), racconta la storia di una donna che desidera diventare suora e deve compiere un ultimo passaggio, quello di affrontare la realtà difficile delle ragazze madri che vivono nel centro religioso.

Racconta Lidiya Liberman: “Maura ha le idee molto precise su tutto ciò che lei vuole realizzare. Ho potuto entrare nella parte anche grazie all’aiuto di una donna che era stata suora che mi aiutato nella recitazione dandomi dei consigli. ho letto anche tante testimonianze di donne in queste situazioni”.

Continua l’attrice: “Il film tocca principalmente il tema della maternità che a Maura era molto vicino in quel momento, quando ha scritto la sceneggiatura del film, e poi racconta di queste destino tragico delle ragazze. Le altre protagoniste del film, Fatima e Luciana, non sono attrici e nemmeno la bambina Nina per cui ci siamo spesso trovate anche ad improvvisare durante le riprese del film”.

Per il concorso internazionale documentari, è stata presentata l’anteprima regionale “Because of my body il documentario diretto dall’augustano Francesco Cannavà che indaga il tema controverso e spesso oggetto di tabù del  rapporto fra disabilità e sessualità.  “Il corpo come strumento di relazione tra noi e gli altri, una narrazione che ha momenti duri ma anche romantici”, commenta il critico Steve della Casa. A parlare del documentario era presente lo stesso regista, Francesco Cannavà. “Ho deciso di portare il corpo al centro della mia attività raccontando le difficoltà di una ragazza di 20 anni con difficoltà motorie dovute alla schiena bifida. Con la storia di Claudia ho voluto trattare il corpo come possibilità di fare esperienza dello spirito. Il corpo è il palcoscenico della nostra vita. La storia di Claudia non è solo la sua, è la storia di tutti quelli che non hanno mai ricevuto una carezza, uno sguardo di amore, è la storia di ciascuno di noi”

Continua Francesco Cannavà: “Claudia desiderava raccontare la verità della sua condizione di vita con i problemi culturali e strutturali che la società crea a persone disabili e desiderava raccontare la la lotta contro la gabbia che la sua stessa famiglia le poneva”.

Appalusi da parte del pubblico per “Maternal” e “Because of my body” che ha gradito ed apprezzato la scelta di raccontare storie di donne nel primo appuntamento della manifestazione che si è svolta con un servizio d’ordine da parte dello staff impeccabile, scrupoloso e attento relativamente all’emergenza Covid.

 

La seconda serata prevede alle 20.30, sempre all’arena Logoteta per il Concorso lungometraggi “Si muore solo da vivi” l’opera prima di Alberto Rizzi, mentre alle 22.30 per  la sezione parallela non competitiva Cinema Doc Life as a B-MOVIE “Piero Vivarelli” diretto da Nick Vivarelli e Fabrizio Laurenti in anteprima regionale.  Alle 23.30 chiude la seconda giornata di festival per il Concorso internazionale documentari Living Heritage: “A triptych” di Adrian Lo in anteprima nazionale.