di Letizia Lampo

"Allerta meteo ed ansia: cosa fare?" Il contributo della psicoterapeuta Letizia Lampo per superare le paure di questi momenti

 

Sono ore difficili quelle che sta attraversando il nostro territorio, ore di reale preoccupazione per quanto può produrre questa pioggia tanto insistente e i venti tanto intensi.
I danni alle strutture, alle abitazioni e alle strade sono davanti ai nostri occhi e stanno facendo cronaca, ora dopo ora, ma non c'è solo l'aspetto formale del pericolo, a ben guardare, che attira l'attenzione.
Di fatto, in queste ore è cresciuta, parallela, una strisciante forma di ansia o di angoscia che muove subdolamente pensieri e comportamenti.
La paura perché gli eventi possano sfuggire dal controllo e scatenare l'irreparabile sta spesso "sotto" il sentimento d'ansia e di preoccupazione sentito da molti, soprattutto al crescere delle notizie poco rassicuranti. Di cosa abbiamo paura quando accadono situazioni fuori dall'ordinario o anche solo al pensiero che questi possano verificarsi? E che cos'è questa cosa che chiamiamo "ansia"? Se guardassimo un po' più da vicino cosa scompone interiormente quando risuona uno "stato di allerta" è che il nostro pensiero comincia con l'immaginare i peggiori paesaggi apocalittici e a cercare tutte le soluzioni possibili, in primis l'evitamento del rischio. Alcune volte, tali strutturazioni del pensiero rimangono nell'aria salubre dei comportamenti ma altre volte finiscono col produrre agitazioni interiori e angosce tali da non essere facilmente modulate che culminano nella pretesa di controllare tutto e tutti. Il fine, all'apparenza nobilissimo, di evitare tragedie, finisce con l'impedire anche la vita, rendendo impossibili gesti naturali, come uscire, parlare o lavorare.
La paura che blocca pretende di controllare l'incontrollabile, fissa ogni ostacolo nella mente come fosse un blocco di cemento e ci convince che non siamo capaci di affrontare nessun imprevisto.
Quanto succede in queste ore fa riflettere su quanto sta accadendo nelle nostre case e, probabilmente, nelle nostre teste... che fare? Valutiamo attentamente i confini della naturale preoccupazione - che attiva comunque le nostre competenze e risorse - da quelli della rassicurazione e dell'evitamento. Tante volte non sono sempre facili da valutare. Siamo davanti ad una "allerta rossa" e certe posizioni possono essere sostenute ma spesso la paura è pronta a mobilitare gli stessi comportamenti ad ogni giornata uggiosa, solo perché vi somiglia. Attenti, si può imparare a non cadere nelle grinfie della paura restituendo a quello che accade una dimensione più razionale e comprensibile. Non rendere istintiva una reazione o accogliere riflessioni più moderate aiuta sicuramente. L'ansia approfitta proprio della nostra impreparazione ma saperla riconoscere può veramente fare la differenza tra vivere la vita o guardarla da un finestrino.