di Salvo La Delfa

“Vi racconto La Traviata” entusiasma il pubblico del teatro comunale di Noto

 

Quattro sedie nere con imbottitura rossa, uno sgabello, un pianoforte a coda con sullo sfondo il tendone nero: si presenta così il teatro comunale Tina Di Lorenzo di Noto per la rappresentazione lirica “Vi racconto la Traviata” promossa dal Comune di Noto e curata da Mythos Opera Festival.  Ma a riempire il palco del teatro è stata la bella musica delle più importanti e celebri arie dell’opera di Verdi che ha visto come interpreti Maria Sbogova – Komarova nel ruolo di Violetta,  Oswaldo Iraheta in quello di Alfredo Germont e Zhuo You Guo nei panni  di Giorgio Germont, accompagnati al pianoforte dal maestro Gianfranco  Pappalardo Fiumara e introdotti dal racconto della storia de La Traviata da Roberta Cresca.

Una rappresentazione che è piaciuta al pubblico netino che ha applaudito ripetutamente e calorosamente i protagonisti dell’opera durante e alla fine dell’esecuzione. Maria Sbogova –Kamarova, bellissima nel suo vestito verde, ha entusiasmato per la sua intensità interpretativa e appassionata messa in scena di Violetta, eseguendo i brani con maestria e grande disinvoltura. Un plauso al maestro Gianfranco Pappalardo Fiumara che ha suonato il pianoforte quasi ininterrottamente per tutta la rappresentazione esibendosi con naturalezza e semplicità in virtuosismi e abilità tecnica e con una grande capacità di comunicare e suscitare emozioni. Lo statunitense tenore Oswaldo Iraheta e il cinese baritono Zhuo You Guo hanno interpretato con grande scioltezza e spontaneità i ruoli maschili dell’opera lirica mentre Roberto Cresca è riuscito a rendere più fruibile l’opera raccontando anche aneddoti sul capolavoro di Verdi.  Un ritorno a Noto della grande lirica grazie all'organizzazione Mythos Opera Festival che nel teatro comunale netino proporrà domenica 23 febbraio lo spettacolo "I love Opera"un affascinante viaggio tra le più belle arie del repertorio operistico.

 

Sotto i testi di alcuni dei brani eseguiti:

“Libiamo, libiamo ne’ lieti calici, che la bellezza infiora; e la fuggevol fuggevol’ora s’inebrii a voluttà. Libiam ne’ dolci fremiti che suscita l’amore, poiché quell’occhio al core Onnipotente va”.

“Sempre libera degg’io, Folleggiare di gioia in gioia, Vo’ che scorra il viver mio, Pei sentieri del piacer. Nasca il giorno, o il giorno muoia, Sempre lieta ne’ ritrovi, A diletti sempre nuovi, Dee volare il mio pensier”,

“De’ miei bollenti spiriti, Il giovanile ardore Ella temprò col placido Sorriso dell’amore! Dal dì che disse: vivere
Io voglio a te fedel, Dell’universo immemore Io vivo quasi in ciel”, ad ancora a “Ch’ei qui non mi sorprenda:
Lascia che m’allontani; tu lo calma. Ai piedi suoi mi getterò, divisi Ei più non ne vorrà; sarem felici, Perché tu m’ami, Alfredo, non è vero”.

“Di Provenza il mar, il suol chi dal cor ti cancellò? Al natio fulgente sol qual destino ti furò? Oh, rammenta pur nel duol ch’ivi gioia a te brillò; E che pace colà sol su te splendere ancor può. Dio mi guidò! Ah! il tuo vecchio genitor tu non sai quanto soffrì! Te lontano, di squallor il suo tetto si coprì. Ma se alfin ti trovo ancor, se in me speme non fallì, Se la voce dell’onor in te appien non ammutì, Dio m’esaudì!”

“Parigi, o cara, noi lasceremo, la vita uniti trascorreremo. De’ corsi affanni compenso avrai,
la tua salute rifiorirà. Sospiro e luce tu mi sarai, tutto il futuro ne arriderà.”

“Gran Dio! morir sì giovane, io che penato ho tanto! Morir sì presso a tergere il mio sì lungo pianto! Ah, dunque fu delirio la cruda mia speranza; invano di costanza armato avrò il mio cor!”